La critica della società capitalistica - Feuerbach

 



Ludwig Feuerbach nasce in Germania nel 1804 da una famiglia benestante, studia teologia e filosofia a Berlino, avrà come maestro Hegel, dopo gli studi insegnerà all’università, e scriverà varie opere, ma quella che gli diede più visione fu “
L’essenza del cristianesimo” in quanto i giovani dell’epoca furono entusiasti delle sue tesi, anticonformiste soprattutto in materia religiosa.

Inizialmente il suo pensiero si sposta sul tema della figura dell'uomo, l'uomo concreto, non quindi un soggetto spirituale (romanticismo) e nemmeno un soggetto razionale (rivoluzione industriale), ma sull'uomo visto come una figura naturale che ha la sua essenza nella corporeità e nella materia.

Partendo dall'uomo Feuerbach si concentra sull'umanità, ovvero l'insieme di esseri naturali (l’uomo), esseri concreti, inseriti in una comunità sociale che hanno bisogni materiali, diventando così popolo, e di conseguenza esseri che necessitano di migliorare la loro situazione materiale per arrivare ad elevare il loro livello spirituale.

Quindi il filosofo si sposta dall'idealismo che aveva preceduto tali idee a favore di un materialismo naturalistico secondo il quale a fondamento dell'universo e quindi di ogni cosa, bisogna mettere la natura, intesa come l'insieme delle condizioni materiali dell'esistenza, natura vista come realtà ontologica primaria che nell'uomo si manifesta attraverso il bisogno.

Ed ecco che Feuerbach manifesta la sua convinzione che l’uomo, per essere libero, deve spogliarsi da tutti i vincoli, in primis da quello religioso, che lo rende dipendente da una potenza superiore: DIO.

Secondo lui, l’uomo proietta fuori da sé le sue qualità più elevate, come la ragione la volontà l’amore, e le mette in un unico oggetto esterno frutto della sua fantasia, ed è sempre l’uomo che troverà così in DIO la realizzazione ideale dei bisogni dell’umanità. Questo perché l’uomo vive un sentimento di dipendenza, sentendosi psicologicamente inadeguato, e necessitando di una proiezione delle sue doti migliori su terzi, andandosi così a creare la figura di DIO.

Ma a suo dire, l’uomo dipende solamente dalla natura, interna od esterna che sia, e la religione ne falsifica questa natura.

Feuerbach indica con il termine alienazione quella condizione negativa dell'esistenza umana, nella prospettiva religiosa, dove l'uomo crea l'idea di Dio alienando (oggettivando) le proprie qualità in un essere superiore al quale si sottomette, andando così a creare uno stato di scissione e impoverimento interiore al quale corrisponde una condizione di dipendenza che poi si rifletterà anche nella vita materiale.

Con questo pensiero, il filosofo vuole diffondere l'idea della filosofia dell'avvenire attraverso la quale intende sollecitare un recupero da parte degli uomini della propria dignità e del proprio valore e con la quale sostiene che solo liberandosi dalla religione l'uomo potrà recuperare la piena consapevolezza del suo potere e sopprimere ogni vincolo spirituale e materiale, riconoscendo quindi l'ateismo come il presupposto dell'emancipazione dell'umanità e del recupero della sua integrità.

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