Nietzsche: L’avvento del nichilismo; il leone
Dopo aver trovato in
Wagner il simbolo più alto di espressione dell'arte attraverso la musica,
Nietzsche arriva a criticare la concezione wagneriana della musica stessa, in
quanto secondo Wagner la sua musica non era altro che uno strumento per
raggiungere una dimensione superiore, cosa che il filosofo non può condividere
in quanto per lui non vi è alcuna verità oltre la musica, e tutta la verità è
insita nella musica stessa, massima espressione dello spirito dionisiaco.
Nasce così una
seconda fase del pensiero di Nietzsche, definita illuministica, nella quale l'obiettivo
sarà quello di negare l'esistenza di una verità assoluta, attraverso un metodo
in grado di emancipare l'uomo dalla menzogna e dalle false credenze. Il
filosofo cerca di rivelare tutti gli inganni e tranelli della cultura dominante
occidentale, a partire dalle grandi costruzioni teoriche della metafisica, in
quanto per lui, non esiste un'unica interpretazione valida della realtà, perché
ogni conoscenza presuppone sempre un certo punto di vista.
Questo periodo
illuministico di pensiero di Nietzsche prende il nome di filosofia del
mattino e indica una riflessione, che è in grado di emancipare l'uomo dalle
tenebre del passato, ovvero dalle costruzioni metafisiche della tradizione. Questa
filosofia consente di liberare gli uomini dalle tenebre del passato, Cercherà
di smascherare le grandi costruzioni teoriche della filosofia e della scienza
che non fanno altro che cercare di dare consolazione a chi non tollera la
sofferenza a chi vive nel disordine, a chi cerca di proteggersi.
Con Platone si era
creata l'idea di un mondo vero e perfetto, si era creata l'idea di Dio, come
prodotto della tradizione metafisica.
Secondo Nietzsche Dio
è la nostra più lunga menzogna, che serve agli uomini per proteggersi dal
caos e dall'ignoto ma per lui è solamente una grande bugia, che ha avuto sì,
importanza storica, ma ha portato solo l'illusione della felicità, non è stata
altro che una favola.
Pertanto, Dio nel
mondo moderno è morto, insieme a Lui è morto tutto ciò che Egli ha
rappresentato, la ragione, la scienza hanno contribuito a questo, e ora l'uomo,
si trova privo delle certezze e del sistema di valori che aveva sostenuto nel
corso dei secoli. Questa condizione dell'uomo moderno prende il nome di nichilismo
ovvero il crollo di tutti i valori assoluti conseguente alla morte di Dio,
dove l'uomo si trova di fronte al vuoto, al nulla, con la nostalgia di un punto
di riferimento saldo.
Tuttavia, gli uomini
non sono ancora pronti ad accettare le terribili conseguenze di questo evento,
hanno bisogno di non essere lasciati soli e hanno bisogno di avere un punto di
riferimento, quindi, hanno sostituito Dio con nuovi idoli, rappresentati dai
miti del progresso della scienza, dello Stato etc.
Per questo motivo
Ehi Nietzsche cerca di capire da dove derivano i nostri pregiudizi morali quali
origine abbiano i nostri concetti di bene e male e quale valore attribuire a loro
in quanto la morale è uno strumento di dominio risalendo proprio all'origine
psicologica dei comportamenti etici e delle idee morale ed essa serve ad un
gruppo di uomini per sfoggiarne altri vi saranno i forti che sottometteranno i
deboli ma ci saranno anche i deboli che sottometteranno i forti.
Sarà proprio partendo
da questo concetto, che il filosofo prende come esempio la morale cristiana
che è tutta incentrata sulla virtù dell'obbedienza, dell'umiltà e della
dedizione agli altri, e si domanda da dove nasce questa morale… a suo parere
nasce proprio dall'istinto di vendetta di quegli uomini che erano considerati
inferiori nei confronti di quegli spiriti liberi e grandi. Per sostenere utilizza
il metodo genealogico che consiste nel capire che quelli che sono considerati i
valori eterni e trascendenti sono semplicemente il frutto delle circostanze
storiche che gli hanno determinati in funzione di uno scopo pratico.
Da qui, osserva che
dietro il volto dell’asceta, ovvero di colui che viene considerato debole, si
trova invece colui che vuole combattere l'energia e le forze vitali possedute
da alcuni uomini superiori, ma solo allo scopo di affermare sé stesso, quindi
con la genealogia della morale, Nietzsche ci descrive la morale degli
schiavi e la morale dei signori
la morale degli
schiavi è quella morale che predica l'umiltà, la
fratellanza, la democrazia, l'egualitarismo, in poche parole la morale del
risentimento prodotta da uomini mediocri, incapaci, repressi, uomini che sono
sopraffatti dall'invidia e che non potendo essere delle figure eroiche si
rivalgono imponendo a tutti i principi di povertà, di obbedienza, di ascetismo,
di negazione della sessualità, di sacrificio della gioia di vivere, e a parere
di Nietzsche la società moderna è proprio piena di questi valori anti vitali,
valori prodotti dall'istinto di vendetta degli uomini inferiori contro i forti,
ed in questo, un forte ruolo lo trova nel cristianesimo, in quella religione
che ha imposto il senso della colpa e del peccato.
Egli si scontra così
contro la Chiesa e i suoi rappresentanti che hanno promosso una morale ascetica,
anti vitale e decadente.
Questa morale aveva
portato al rovesciamento dei valori rispetto alla morale dei signori,
una morale tipica del mondo classico che esaltava i valori della forza, della
salute, della gioia e della fierezza, e quindi con questo rovesciamento di
valori a parere di Nietzsche gli ebrei e i cristiani erano arrivati a
sostituire l'equazione “buono =un essere nobile forte” con quella di “buono =un
essere umile povero infelice e sofferente, negando così valori di fierezza,
salute e forza legati al corpo, affermando al loro posto i valori di
rassegnazione, rinuncia, debolezza legati allo spirito.
Commenti
Posta un commento